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C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi di antico…. Si respira una dolce aria…. un’aria d’altro luogo e d’altro mese e d’altra vita: un’aria celestina che regga molte bianche ali sospese…

La torre medievale del Palazzo dei Priori si staglia maestosa nel cielo terso di questo giorno d’inverno come un fiero baluardo di forza e resilienza; gli archi a tutto sesto de La Loggia osservano con gioia composta una Piazza del Popolo animata dal via vai dei passanti. Le saracinesche sono alzate, i negozi sono aperti. Montalcino è bellissima! Entriamo in quello che era l’unico bar aperto a Marzo e ci sediamo comodamente al tavolo per la colazione, previa esibizione del greenpass.  Il bar è pieno di vita nei limiti del consentito: il tintinnio delle tazzine, il click clack della macchina del caffè che corre veloce per offrire la sua preziosa coccola del mattino agli ospiti numerosi, le loro voci in sottofondo, alcune ancora assonnate, altre già indaffarate. Non prederò mai più per scontato il rumore della vita. Siamo a Novembre e ci dirigiamo verso il Consorzio del Brunello di Montalcino perché sta per succedere qualcosa di straordinario…

Accadeva un paio di mesi fa e ormai ci siamo quasi, il Brunello di Montalcino 2017 sta per debuttare ufficialmente sui marcati nazionali e internazionali insieme alla Riserva 2016 e al Rosso di Montalcino 2020. Per la prima volta il Consorzio ha voluto anticipare l’assaggio delle nuove annate al mese di Novembre 2021, decisione che ha suscitato non poche perplessità sia tra i produttori che tra gli esperti di settore. Ho letto tutti gli articoli fin ora pubblicati sul Benvenuto Brunello di Novembre, ho partecipato all’evento e sono pronta a dire la mia.

Premetto che sono una assidua frequentatrice di Cantine, di Montalcino e non solo, e amo dilettarmi in assaggi di botte, sin anche dei mosti. Un noto Sommelier, molto più bravo di me, ha avuto da obiettare su questo mio approccio perché sostiene giustamente che il racconto di tali assaggi sia totalmente ininfluente rispetto alla scelta del consumatore finale. Su questo non posso dargli torto, ma c’è da dire che io non rappresento esattamente il consumatore finale, così come tutti i colleghi che hanno potuto assaggiare le nuove annate con qualche mese di anticipo, con tutto quello che ne consegue.

Bene, sono due anni che suggerisco a tutti i winelover di mettere i soldi da parte per il Brunello Riserva 2016, e che la 2019, assaggiata in almeno sei delle cantine più rappresentative di Montalcino tra Gennaio e Febbraio 2020, spesso ancora in malolattica, portava già la promessa di una annata dalle mille e una notte, promessa sempre confermata dai numerosi assaggi che sono venuti poi, e che continueranno anche in futuro! (Sto già pianificando un nuovo giro!) Ecco perché anticipare di qualche mese l’assaggio agli esperti di settore, che hanno sviluppato le competenze per saper leggere e raccontare un vino anche in prospettiva, non la trovo una idea così malsana, tutt’altro!

Intanto c’è da dire che con il Brunello 2017 sfatiamo subito un falso mito: Annata difficile = Vino di qualità inferiore. Questa è la voce che già girava tra i buyer purtroppo, e poterla smentire quanto prima con i fatti alla mano non può che essere un vantaggio competitivo per tutta la Denominazione. Annata difficile certo, per chi ha dovuto gestire la vigna colloquiando con una Natura capricciosa, ma non per noi bevitori! Tutt’altro! Gli assaggi non mentono, e contrariamente a quanto ci si possa aspettare da una annata calda, personalmente sono rimasta spiazzata dalla freschezza e vivacità di sorso che ho potuto riscontrare più o meno in tutti i miei assaggi. Montalcino ancora una volta dimostra di essere più che mai una DOCG d’eccellenza, la cui produzione si basa sulla capacità diffusa di saper fare bene al di là dello specifico terroir e orientamento stilistico di ogni singola Cantina.

Sull’incanto della Riserva 2016 sono già stati spesi fiumi di parole, ne ho assaggiate tante sia a BBOff che in cantina, e tutte superlative, anche molto prima di essere imbottigliate. Ribadisco: mettete i soldi da parte, e compratene tante bottiglie, da bere subito, da conservare, ma compratene tante perché non vi basterà mai! Non amo fare nomi né la lista dei miei migliori assaggi, però la storia del Brunello Bramante Riserva 2016 di Sanlorenzo ve la devo raccontare, estrapolando un passaggio da un mio precedete articolo che trovate qui

E poi c’è lei, la botte in fondo a destra, quella che mi sarei portata a casa tutta intera e vi giuro che sarei capace di finirla! È la Riserva 2016 che riposa tranquilla e beata e che ha raggiunto uno stato di grazia e un livello di perfezione che ritroveremo solo dopo qualche anno dall’imbottigliamento previsto a fine di questa estate. Perché l’imbottigliamento è un trauma che scombussola un po’ tutto! Voi riuscirete ad aspettare fino al 2022, ma per me che l’ho già assaggiata sarebbe un’attesa davvero struggente, ed è per questo che ho prenotato un altro assaggio e tornerò a trovare Luciano ad Agosto!

P.S. … poi ci sono tornata per ben tre, quattro, cinque, sei volte! Non si contano più! L’ultimo assaggio qualche giorno prima dell’imbottigliamento, posticipato a Marzo 2021 per problemi di spazio.

E che vi devo dire degli assaggi dalle due botti di Madonna delle Grazie 2016 e del loro blend improvvisato nel calice da Alessandro Mori a Febbraio del 2020. Niente! Assolutamente niente! Perché era già da togliere il fiato e le parole! Commovente! Una meraviglia. E ne avrei da aggiungere tante altre di storie come queste, se siete fanatici delle liste leggete qui, ma devo scrivere un articolo, non un libro. E quindi alla domanda se si può anticipare l’assaggio di qualche mese rispetto all’uscita sul mercato e apprezzare ugualmente le qualità e le potenzialità di questi vini, bhe credo di avere risposto con grande cognizione di causa.

Concludo con qualche breve considerazione sul Rosso di Montalcino 2020 (diverse cantine hanno presentato il 2019) perché anche qui non basterebbero le 1.000 battute consigliate per un articolo come questo, e sono già andata oltre! Dovremmo smetterla di definirlo il fratello minore del Brunello e di ricercare le similitudini con esso, confesso, l’ho fatto anche io in passato. È un vino che merita il suo feudo personale a Montalcino, gioca una partita tutta sua e racconta una storia diversa ma di pari eccellenza; è leggiadro, dinamico, accessibile e mediamente con un rapporto qualità/prezzo che non ha eguali. Ha un grande potenziale di invecchiamento ma è così buono che si finisce sempre col berlo tutto e subito. Gli assaggi fatti sono stati molto eloquenti!

In conclusione, iniziativa vincente a mio avviso, con due prescrizioni: che sia destinata prevalentemente ai professionisti del settore, e considerando che forse dieci giorni sono un po’ troppo impegnativi per tutti, specie per i piccoli produttori con poche bottiglie da poter destinare alle varie fiere di settore e alle degustazioni professionali. Però l’evento in presenza con i produttori, quello ci manca ancora tanto!

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