C’è un capo a frutto nelle Langhe che è tutto mio! Ebbene sì, ho potato una vite di Nebbiolo sotto la guida esperta di Gabriele Rigozzi AKA @mr_wine__ Questo è solo uno dei regali di Mario durante la prima edizione di DVinoVertigo da Cascina Fontana

E’ difficile trovare le parole per descrivere una giornata più che perfetta, in un luogo che è patrimonio dell’umanità, a scuola da Mario Fontana, presso una cantina storica dove si fa Barolo da sei generazioni seguendo la tradizione secolare, e con un gruppo di veri appassionati ed intenditori!

Mi viene in mente una sola parola: Immenso! “Che comporta distanze o estensioni enormi, difficilmente misurabili o praticamente insuperabili; ambito visivo di eccezionale e suggestiva vastità.” Questa la definizione nel vocabolario della lingua italiana. Sì, la parola che cercavo!

Ci porta in vigna Mario, poi in cantina e infine in sala degustazione. Ci spiega ogni cosa, ci mostra ogni cosa di questi meravigliosi vigneti a perdita d’occhio! Di questi vini superlativi a prescindere dal grado di maturazione. Entusiasmo, amore, passione, profonda conoscenza, voglia di condividere e di trasmettere le vibrazioni del suo cuore, della sua anima. Io le sento chiare e forti, e sono sicura sia così per ognuno di noi: tutti guardiamo il nostro Maestro con gli occhi spalancati e quello sguardo rapito e pieno di stupore dei bambini.

Insegue il suo sogno Mario: il Barolo secondo lui. Non ci pensa nemmeno a rincorrere i gusti del momento, che poi chi li crea veramente? Va avanti seguendo la tradizione, e per tradizione il Barolo si fa assemblando i vigneti in maniera diversa ogni anno, per regalare sempre qualcosa di unico, di superlativo. Un vino autentico, identitario, sincero, che sappia raccontare la storia di una terra antica e degli uomini che la vivono accettando ogni anno la sfida della natura.

Ed è Maestro di degustazione Mario; 12 Sommelier appassionati a cena, e lui ci da lezione anche su questo! Sì, perché qui si compie l’atto finale della DVinoVertigo. Le annate in degustazione vengono servite a coppie: 2013 con 2011, 2006 con 2005 ed è così che ogni racconto, ogni spiegazione viene impressa a fuoco nel cuore e nella memoria per sempre! Qui il cerchio si chiude, tutto torna, lo sforzo di ogni anno produce sì vini diversi tra loro, ma fedelissimi al concetto di Barolo che vuole trasmettere Mario.

E non finisce qui perché c’è lei, questa bottiglia che Mario aveva voglia di aprire da un po’ e cha ha deciso di condividere con noi in una calda giornata di Ottobre a Montecatini. E’ un Barolo classe 1967! Cala il silenzio, l’emozione è tangibile, se questo è un sogno vi prego non svegliatemi!

Non vi farò l’elenco dei profumi, c’erano tutti credetemi! Non vi parlerò del tannino setoso, della freschezza ancora tagliente, o cose simili, sarebbe davvero riduttivo! Perché quello che c’era veramente in questa bottiglia era tutto il cuore di Mario. Perché questa bottiglia è un pezzo di storia della sua vita e della sua famiglia; questo è il Barolo del Nonno! Aveva voglia da un po’ di aprirla, stava solo aspettando le persone giuste con cui condividerla, perché insieme è più bello. Sono onorata del fatto che abbia scelto @nasodvino e me, è successo qualcosa di grande quel giorno a Slow Wine; è lì con lui che è nata l’idea del DVinoVertigo. Non sapevamo ancora di questa bottiglia, sapevamo solo che dovevamo portare tutti voi, perché un dono del genere deve essere condiviso con chi lo conserverà per sempre in fondo al cuore.

Il vino è una preghiera ci ha insegnato Mario, e questa preghiera in particolare farà per sempre parte di me.