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Io bevo Ciliegiolo in purezza! Ma non uno qualunque! Oggi bevo Serisé 2015 di Cesani. E’ l’unico modo che ho per continuare i miei giri in Toscana che mi mancano davvero tanto…

Questa bottiglia in particolare mi riporta a Pancole e alla stupenda realtà che ho scoperto nell’unica giornata di “buco” durante l’entusiasmante maratona delle Anteprime di Toscana insieme a Nasodvino, il mio compagno di vino,  e con Elisa Fiore Gubellini come special guest molto speciale (mi mancate ragazzi!)

Ma facciamo un passo indietro! Innamorarsi del Ciliegiolo a Sangiovese Purosangue a Siena la dice lunga sulla finezza e l’importanza di questo vino. Che ardire l’aver portato il Ciliegiolo alla corte del Sangiovese, tra Brunello, Nobile, Chianti, e tanto altro ancora. Una mossa strategica invece, lasciatemi dire, perché non solo ha saputo dire la sua con eleganza ed eloquenza, ma mi è entrato nel cuore per sempre!

Il Serisé esplode nel calice con una sinfonia di profumi che travolge immediatamente. Frutta rossa in confettura e deliziosi fiori bianchi, ma ho notato che il mio naso ultimamente va subito alla ricerca delle note particolari, intriganti e più difficili da decodificare. Sarà deformazione professionale probabilmente, ma mi capita spesso di dover tornare poi indietro ad apprezzare quelli che invece sono i sentori più immediati. E così, senza neanche grande sforzo mi lascio coccolare da note dolci e avvolgenti di cioccolata e caramella mou, di tabacco e cuoio, sostenuti da note balsamiche e delicatamente pungenti di liquirizia, pepe bianco e aria di mare.

E poi quel profumo inequivocabile, quello che amo definire la parte degli Angeli! E’ il profumo che pervade ogni cantina, dell’uva, dei raspi, del vino che riposa nei legni e che in un attimo mi tele-trasporta di nuovo da Letizia Cesani che mi ha accolta con generosità nel suo mondo e nella sua bella Cantina. Una Cantina fatta di luci e colori, di armonia e di bellezza, di profumi che raccontano di una storia ormai lunga decenni, di passione, dedizione, lavoro e amore. La stessa storia che raccontano tutti i meravigliosi vini di Cesani.

La coerenza gusto-olfattiva è da manuale! Il sorso è pieno e cremoso con una componente glicerica importante contrapposta a una trama tannica di innegabile eleganza, e una sapidità che rende in sorso dinamico ed equilibrato. Un bacio di cioccolata al sale, per darvi un’idea, con liquirizia in chiusura e una scia salmastra praticamente infinita.  Un vino talmente piacevole e godibile che può certamente essere bevuto da solo, ma con l’ossobuco e cipolle di tropea ci è andato decisamente a nozze!

E finisce così il mio giro virtuale in Toscana, la bottiglia è finita ormai e si torna alla dura realtà in attesa di tempi migliori. Sono in modalità Zen ormai da due settimane come tutti purtroppo. Non mi vergogno a dire che cerco di stare su con il morale, ma la verità è che piango tanto ogni volta che leggo la Mappa dei contagi de Il Sole 24 Ore. Ripartiremo tutti, ma nel frattempo bevete il buon vino Italiano di cui nemmeno il Coronavirus riuscirà mai a scalfire la grande reputazione di qualità e ricchezza infinita a livello mondiale!

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