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Ugo Bing e la Fattoria di Fiano, questo articolo è solo una overture, perché non ci sono ancora stata, ma col pensiero ci sono andata tante volte ormai. È quello che abbiamo imparato a fare un po’ tutti durante il lockdown, a viaggiare con la fantasia e incontrare gli amici e gli affetti nei nostri sogni, perché non c’erano altri modi… e a volte è tutto quello che ci resta.

C’è un posto nella mia memoria dove vado spesso, e in quel posto c’è il mio primo Ugo Bing Chianti Colli Fiorentini DOCG Riserva 2008. Un vino sorprendente, come ne capitano raramente nella vita, di quelli che saltano fuori all’improvviso, ti travolgono e poi ti lasciano lì attonita, confusa e felice. Uno di quei vini che amo definire Figli di un dio minore, a sottolineare la loro unicità, il loro essere grandissimi se pur lontano dai riflettori.

Figli di un dio minore: coloro che fanno quotidianamente i conti con l’avere meno di quanto meritano. Sono tutti quelli che hanno un dono grande e non sanno di possederlo. Essere speciali, sentirsi per questo “diversi” e non riuscire a spiegarsi per la certezza di non poter essere capiti. Poi però, per qualche strano corso del destino, incroci il tuo cammino con qualcuno “diverso” esattamente come te e ti basta uno sguardo per sapere che sa già, e che non devi spiegare nulla.

“E non voglio che il mondo mi veda perché non penso che la gente capirebbe, quando tutto è stato fatto per essere distrutto voglio solo che tu sappia chi sono” così cantano i Goo Goo Dolls in Iris, la canzone della mia anima. Dalla colonna sonora del film La città degli Angeli.

E così ci siamo trovati, non so bene come sia successo, il Chianti Di Ugo Bing e io. La dolcezza del tempo che sa aspettare il qui e l’adesso. Un dono inaspettato, un bacio rubato, un brivido lungo la schiena, un abbraccio caldo e sensuale, le carezze infinite, il piacere che incalza fino a togliere il respiro. Luce che esplode nel calice, i colori dell’arcobaleno. Glorioso!

Perdersi in questo vino di una fierezza innata è un attimo, di quelli che faranno parte di me per sempre anche adesso che la bottiglia è finita. Ed è così che non me lo sono mai più fatto sfuggire, tutte le volte che ho potuto. Ho avuto il piacere e l’onore di conoscere Francesco Bing e di degustare con lui diverse altre annate di questo vino meraviglioso; indimenticabile la 2005 “…..adesso che si è aperto in tutto il suo splendore regala guizzi di estremo piacere. Attimi di eccellenza assoluta. Sembra addirittura più giovane del 2008.

Durante il lockdown un po’ di coccole enologiche me le ha mandate proprio Francesco con le Riserve 2006, 2009 e 2015 e non solo. Sono stata molto tentata ma non li ho aperti in solitudine, perché certi capolavori vanno conservati per le occasioni speciali e necessariamente condivisi con chi ama il vino come e più di me. E quale occasione migliore della prima grigliata post lockdown con gli amici del cuore? Abbiamo bisogno di tempo per dialogare con questa nobile bottiglia e oggi qui, al sole caldo ma che ancora non scotta, e con tutta questa bella carne da fare fuori, di tempo ne abbiamo a sufficienza.

Così scelgo la Riserva 2006, 14 anni chiuso nel suo mondo di vetro, emozioni contrastanti che si alternano e si intrecciano fluide ed intense come questo vino che scorre finalmente libero e riempie il mio calice di rosso rubino profondo. Ti ho aspettato per 14 anni, più o meno inconsapevolmente, e adesso che sei qui mi assale quello strano timore che nasce dalla consapevolezza che sarà un momento raro, intenso e irripetibile che purtroppo dovrà finire.

Il tempo si ferma o si dilata all’infinito, non ha importanza, non fa differenza. Siamo qui l’uno di fronte all’altra che ci guardiamo negli occhi in cerca di quella connessione profonda che ci aiuterà a svelarci e a comprenderci.

Posso entrare nel tuo mondo?

Posso fidarmi?

Posso raccontarti tutti i miei segreti?

Posso mostrarti la mia anima senza timore?

Seguirai le mie evoluzioni e riuscirai ad andare oltre ad ogni stadio?

Avrai il tempo e la voglia di scoprire la mia storia?

E quando avrai scoperto tutto di me, anche i miei difetti, mi vorrai ancora bene?

Perché la degustazione di un grande vino è un po’ come la metafora della vita e dell’amicizia che richiedono concentrazione e capacità di attendere, voglia di scoprire con gioia e di lasciarsi compenetrare dalle sensazioni e dalle emozioni. Il dialogo con questo Chianti è stato fitto e intenso, perché c’era il mondo intero in questo calice per chi sapeva aspettare, dapprima chiuso e schivo ma che poi si è lasciato scoprire lentamente fino ad esplodere in un tripudio di sensazioni infinite, travolgenti e indimenticabili. Nessuna lista di descrittori, non avrebbe senso! E adesso che ho imparato ad amare la tua compagnia la bottiglia è finita e tu non ci sei più…

Devo andare via ma tu non dimenticarmi bimba. Chiudi gli occhi e cercami nel tuo cuore ogni volta che vorrai. È lì che mi troverai sempre, intatto, immutabile, e potremo ridere e parlare ancora di tutto quello che vorrai, mentre compiaciuto guardo il sorriso dei tuoi occhi che è tutto e solo per me.

Molto nobile lo trovo quel vino, sicuramente diverso dal 2008 ma dice la sua!” cit. Francesco Bing.

Regale Francesco, io l’ho trovato regale.

Il tempo apre sempre ogni porta, ed è arrivato il tempo che io varchi la soglia della Fattoria di Fiano. Presto, molto presto…. e se potessi ripasserei dal via.

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