Il Gallo Nero vestito a festa

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La grande Festa del Gallo Nero, quest’anno elegantemente vestito di tanti meravigliosi colori per l’occasione, si è tenuta come di consueto alla Stazione Leopolda.

L’evento non ha bisogno di presentazioni e men che meno il suo grande protagonista, il Sangiovese che qui a Firenze è sempre stato Chianti Classico, anche nei periodi in cui, per un motivo o per un altro questa cosa era stata un po’ snaturata e quasi dimenticata. Ma è il destino di chiunque abbia una vita secolare, oltre che una storia secolare, e qui, tra tutte le fantastiche opere che sono state scritte sull’argomento, mi viene in mente Orlando di Virginia Wolf, la bizzarra storia di un giovane immortale che promette di non svanire. Di non sfiorire. Di non invecchiare. E così, durante la sua vita secolare, il ragazzo resta sì sempre giovane, sempre vivo ma muta inevitabilmente travolto degli eventi, tanto da cambiare ripetutamente addirittura sesso. Ma non dimentica mai la sua vera essenza, non rinnega mai la sua vera anima perché lui, o lei non importa, è Orlando e questo non potrà mai cambiare.

Ed il Chianti Classico è sempre stato quel meraviglioso Sangiovese, maritato nei secoli ad altri vitigni, addirittura a quelli bianchi, che dimora dalla notte dei tempi sui circa 70.000 ettari a cavallo tra Siena e Firenze, e che ricomprende in tutto o in parte i comuni di Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, Radda in Chianti, Barberino Tavarnelle, Castelnuovo Berardenga, Poggibonsi e san Casciano in Val   di Pesa.

E tra la leggendaria disputa medievale che vide contrapposte Siena e Firenze per la definizione dei confini politici di questo territorio, decisa appunto dal mitico Gallo Nero, e la nascita del Consorzio di tutela del Chianti nel 1924, di cose ne sono successe ed anche tante! Mentre Orlando era impegnato a mantenere la propria identità nonostante i repentini cambi di sesso, nel 1716 il Granduca di Toscana Cosimo III fissava per la prima volta i confini della zona di produzione del Chianti Classico. Le cose poi sono andate così bene nei secoli che a un certo punto i confini di questo territorio sono stati dilatati per ricomprendere altre zone dove tutt’ora si producono grandissimi Chianti. Ma il Gallo Nero è il Gallo Nero, e lui proprio fuori dai suoi confini non ci è mai voluto andare, rivendica con forza la sua identità, e nel 1932 viene dunque aggiunta la dicitura “Classico” per identificare la zona di produzione originale così come delimitata nel 1716.

Difficile cancellare dall’immaginario collettivo il famoso fiasco impagliato, ma oggi l’unica bottiglia consentita è la bordolese. E anche qui io dico che va bene come è andata, perché ogni epoca ha avuto le proprie esigenze per cui va bene tutto purché sia Chianti Classico!

Ma torniamo a noi e a questa edizione 2020 di Chianti Classico Collection. Di tutte le Anteprime di Toscana fino ad oggi è stata forse la più impegnativa. Sì perché il tempo di affinamento qui va da un minimo di 12 mesi per l’Annata, a un massimo di 30 per la Gran Selezione, e benché ingentilito da quel 20% di altri vitigni ammessi, ma non sono mancati gli assaggi di diversi Sangiovese in purezza spettacolari, qui il “sangiovetico” tannino è ancora vigoroso e scalpitante, esattamente come deve essere!

La degustazione richiede energia quindi, perché diventa un corpo a corpo con la potenza e l’eleganza degli stalloni di razza, ed è impegnativo restare in sella senza essere disarcionati. Ma siamo tutti ben allenati non c’è dubbio, perché ovunque vada, ovunque mi giri vedo solo volti soddisfatti e sorridenti! Perché non a caso il “Gallo Nero – Re di Toscana … può ben dirsi la denominazione più premiata del panorama toscano” (cit. Ufficio Stampa Consorzio Vino Chianti Classico)

Assaggi coerenti con la giovinezza del prodotto, ma che risultano per la maggior parte freschi e sufficientemente equilibrati, particolarmente espressivi e ricchi nel profilo aromatico. Il Chianti Classico presentato quest’anno ha mantenuto tutte le sue promesse, e state pur certi che stupirà tanto ancora! Potete osare la cavalcata dunque, anche se non siete fantini provetti, ma questi purosangue sono destinati a regalare emozioni profonde e irripetibili a chi avrà la pazienza di aspettarne l’evoluzione. E concludo come sempre in questi casi: perché scegliere se si possono avere entrambe le cose?