Riflettori puntati sul red carpet della Stazione Leopolda a Firenze, una grande emozione alla quale non ci si abitua mai! La Chianti Classico Collection ancora una volta si conferma come l’anteprima più glamour di sempre.

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La Collection, nella suo format ormai abbondantemente collaudato, è decisamente la formula perfetta che riesce a coniugare ogni volta l’utile al dilettevole, con una sala stampa ampia e ben organizzata per servire un cospicuo numero di giornalisti e blogger da tutto il mondo, assorti con concentrazione nella degustazione tecnica delle nuove annate. E poi, nella sala adiacente, c’è la grande festa del Gallo Nero che si svolge con brindisi, sorrisi e gioia tra i banchi d’assaggio dei Produttori.

Due giorni purtroppo non sono sufficienti per assaggiare i 511 campioni presenti in sala stampa, mentre il numero totale di etichette portate in scena dal Gallo Nero ammonta a ben 750 con la partecipazione di 206 Aziende. Impossibile anche solo pensare di assaggiarle tutte! Se ci mettiamo poi l’irresistibile richiamo dei banchi dei produttori, capirete che per me l’impresa non sarebbe minimamente contemplabile! Ho dovuto scegliere dunque, e mi sono concentrata sul Chianti Classico DOCG nelle annate 2021, 2020, 2019, 2018, 2017 e 2016, degustate rigorosamente alla cieca, tralasciando la Riserva e la Gran Selezione che ho preferito assaggiare ai banchi incrociando i calici con i Produttori.

Annata calda e non semplicissima la 2021, che dimostra senza ombra di dubbio che la scelta consapevole di produrre qualità non è solo uno slogan, ma un impegno serio e appassionato di tutta la compagine della DOCG. Un impegno diffuso che restituisce i suoi frutti innalzando di anno in anno l’asticella della qualità media a prescindere da qualsivoglia difficoltà. Forse mancano quei picchi di eccellenza che fanno da interpunzione, cadenzando con ritmo il fraseggio delle grandissime annate. Ciò nonostante, la valutazione di merito mediamente resta davvero alta. Dei 66 campioni di Chianti Classico DOCG 2021 assaggiati, spiccano per piacevolezza dello spettro olfattivo e scorrevolezza del sorso :

  • Altiero
  • Buondonno
  • Casa Emma
  • Castagnoli
  • Istine
  • La Montanina
  • H’amorosa – Maurizio Brogioni Winery
  • Morino – Mori Concetta
  • Riecine
  • Tenuta di Campomaggio
  • Terra di Seta
  • Vallone di Cecione
  • Villa Valacchio

Altro passo per l’annata 2020 che risiede in una dimensione superiore, esibendo punte di eccellenza assoluta con vini che presentano tratti di indiscutibile eleganza e grande precisione nell’esecuzione. È in questo millesimo che si è concentrata la massima espressione del talento del Gallo Nero, con calici deliziosi nei profumi e gioiosi nel sorso. Tra i 96 Campioni di Chianti Classico DOCG 2020 degustati ho trovato davvero irresistibili, sempre alla cieca:

  • Borgo La Stella
  • Casa al Vento
  • Castellinuzza
  • Castello di Radda
  • Fattoria della Aiola
  • Fattoria di Rignana
  • Il Palagio di Panzano
  • Montesecondo
  • Morino – Mori Concetta
  • Podere Capaccia
  • Podere Terreno alla Via della Volpaia
  • Poggio al Sole
  • Tenuta Selvolini
  • Vallone di Cecione
  • Villa Vallacchio

Si assottiglia notevolmente il numero di etichette presentate per il millesimo 2019, con 35 campioni. Vini caratterizzati da nasi profondi, intensi e vestiti di eleganza. All’assaggio i Chianti Classico DOCG 2019 risultano tutti molto gradevoli, tesi, vibranti, freschi e godibili, con tannini levigati che non prevaricano mai il sorso. Si distinguono per eleganza ed equilibrio i Sangiovese in purezza con nasi didattici scanditi dai profumi nitidi, precisi, ed eleganti del varietale. Da segnalare tra le eccellenze:

  • Vigneto Boscone – Castello Monterinaldi
  • Fattoria Le Fonti
  • Primum– Fattoria Montecchio
  • Il Barlettaio
  • Feliciano
  • Casa di Colombo – Tenuta la Novella
  • Valvirginio

Sono 12 le etichette che finalmente troverete sugli scaffali per i millesimi 2018, 2017 e 2016, per cui non ha più senso parlare delle caratteristiche dell’annata. Resta imprescindibile, e aggiungo virtuoso, il diritto di scegliere quando presentare le nuove etichette, basandosi su stringenti parametri di qualità interni piuttosto che sulle prescrizioni del disciplinare di produzione. Scelta coraggiosa e impegnativa in tutti i sensi, per chi opta per affinamenti più lunghi e presenta le proprie etichette solo quando ritenute pronte. Spiccano all’assaggio:

  • Chianti Classico DOCG 2018 – Pensieri di Cavatine
  • Chianti Classico DOCG 2018 – Scheggiola
  • Chianti Classico DOCG 2017 – Bucciarelli – Antico Podere Casanova

Concludo con qualche cenno sulle Unità Geografiche Aggiuntive. Il Gallo Nero difatti continua dritto per la sua strada sul percorso di definizione delle UGA. Attenzione a non chiamarle sottozone, perché non lo sono affatto. Dal punto di vista legislativo le UGA del Chianti Classico sono equiparabili alle MGA di Barolo e Barbaresco, ma nella sostanza si differenziano anche da queste ultime. Mentre le MGA sono concettualmente più simili ai climat di Borgogna, le UGA possono essere definite come distretti.

La menzione UGA sarà utilizzata inizialmente solo per il Chianti Classico Gran Selezione e non identifica un vino di qualità superiore ma solo ed esclusivamente l’area di provenienza. Un progetto nuovo, nato con l’obiettivo di narrare con maggiore dettaglio e precisione la storia e l’identità di un territorio vasto e variegato. Le modalità produttive diventano meno importanti rispetto alla capacità di interpretare un territorio, e il fattore umano diventa fondamentale nella sua capacità si essere memoria storica del passato  e di saper tramandare le pratiche di eccellenza nel futuro.

“Un progetto destinato a crescere e a migliorare negli anni, pensato come eredità per le future generazioni” e che unisce nella diversità attorno al concetto condiviso di terroir e di eccellenza. Ne berremo delle belle!

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