Un viaggio in Valtènesi attraverso il vino, qui dove il Rosa non è una moda ma una tradizione.
È il Mood del Garda, un atteggiamento, uno stile di vita, una storia che comincia milioni di anni fa e si tinge irrimediabilmente di Rosa, il colore della calma, della serenità, dell’eleganza innata e dell’amore più profondo e sincero. E’ il Mood Rosa, legato all’ottimismo che sgombra la mente dai pensieri negativi, e aiuta a prendere la vita con un po’ di leggerezza e il sorriso sulle labbra anche nei momenti più difficili, all’insegna della positività.
Il Rosa è il simbolo della capacità di dare e ricevere amore, di sapersi aprire al prossimo in modo equilibrato e sincero, la limpidezza della ragione, la sensualità dolce e mai volgare, e a pensarci bene non è un caso dunque che il Chiaretto nasca da una bella storia a tinte rosa, la storia d’amore di Pompeo Molmenti e Amalia Brunati. È difatti per amore che Molmenti, Veneziano di origini Friulane, si trasferisce a Moniga del Garda, e viene conquistato per sempre dalla magia del Lago. Una magia plasmata in milioni di anni dai ghiacciai, dalla natura e dal tempo. La morfologia delle colline moreniche che degradano verso il lago è dolce e dalle linee delicate; il clima sub-mediterraneo regala inverni miti ed estati temperate, la bio-diversità qui è la regola dell’armonia perfetta. Il tempo scorre soave e modella forme, colori e profumi a seconda delle stagioni, ma il mood in Valtènesi resta sempre fedele a sé stesso e si tinge di mille sfumature di Rosa.
È di tutto questo che si innamora Molmenti, a tal punto da voler trovare la maniera di raccontare la sua storia e quella di questi luoghi con uno stile personalissimo; e avendo ricevuto in dote 15 ettari di vigneti, perché non provarci con un calice di vino? D’altra parte, come narra lo scrittore vicentino Giovanni Franceschini “L’ospitalità di Pompeo Molmenti era prodiga e affettuosa e agli ospiti non faceva mai mancare nulla, compreso il vino schietto della sua Moniga”.
Perché la storia sia intensa, coinvolgente e autentica, lo devono essere prima di tutto i suoi ingredienti per cui la scelta obbligatoriamente ricade sui vitigni che qui hanno trovato la loro dimora ideale: Barbera, Sangiovese, Marzemino ma soprattutto l’autoctono per eccellenza, il Groppello.
Il Groppello è un’altra inequivocabile testimonianza che la Natura è grande e non sbaglia mai; è difatti un vitigno che regala vini soavi, estremamente fini ed eleganti, deve il suo nome alla forma compatta del suo grappolo, simile ad un “groppo” che nel dialetto locale significa “nodo”. Se lo volete associare mentalmente a qualcosa di più noto pensate allo stile e all’eleganza del pinot noir; se lo volete associare a sé stesso, come è giusto che sia, pensate al Mood del Garda, il vitigno perfetto nel posto perfetto! No, la natura non sbaglia mai!
E siccome la Natura non sbaglia mai, qui hanno avuto il buon senso e la lungimiranza di assecondarla, valorizzando i suoi doni preziosi e creando qualcosa che potesse portare questo messaggio di bellezza e serenità ben oltre i confini geografici di questo Mediterraneo delle Alpi: nasce così il Chiaretto, il Rosa Valtènesi come ci piace chiamarlo qui, che racconta la storia di questi luoghi in una coinvolgente narrazione che si spiega con artistico garbo sorso dopo sorso. Dopotutto perché cambiare rischiando di snaturare e di banalizzare, magari rincorrendo l’omologazione imposta dai mercati, quando si hanno tutte le carte in regola per differenziarsi con orgoglio? È ciò che aveva capito Molmenti e che ci racconta Alessandro Luzzago, Presidente del Consorzio Valtènesi, suo degno erede e custode del suo sogno. Se ne fossi capace proverei a descrivere l’amore nel suo sguardo mentre ci raccontava delle sue Viti, del suo Vino, e della sua Terra.
Visionario e lungimirante come il suo illustre predecessore, Alessandro è a capo del Consorzio da diversi anni; per lui la parola d’ordine è “facciamo squadra” sulla strada della coesione, dell’autenticità e della tradizione in un percorso virtuoso di crescita culturale che valorizzi la storia e l’anima autentica dei vini Rosa. E se è vero che all’interno del Consorzio l’unione fa la forza, perché non portare lo stesso concetto a livello nazionale? E così, ispirato al Centre du Rosé di Provenza, con cui il Consorzio collabora da anni, è stato creato l’Istituto del Vino Rosa Italiano, con sei enti di tutela dei grandi rosati italiani: il Chiaretto di Bardolino, il Cerasuolo d’Abruzzo, il Castel del Monte e il Salice Salentino della Puglia e il consorzio del Cirò della Calabria.
Pompeo Molmenti è stato un uomo che ha creato una storia perpetua, ispirandosi a ciò che il Garda offre spontaneamente, senza fronzoli e sovrastrutture di sorta. A volte basta poco per creare un racconto autentico che possa entrare nel cuore per restarci. La sua genialità sta nel fatto di aver scelto di affidare il suo racconto al vino, creando un prodotto unico che racchiudesse nel calice tutta la magica essenza di questo luogo. La sua storia viene riscritta ogni anno attraverso le mani sapienti di tutti i Vignaioli della Valtènesi e crea un’onda Rosa che la porta lontano, in migliaia di calici scintillanti, per ricordare a tutti che la vita va presa sempre con un pizzico di leggerezza e il sorriso sulle labbra.
wow! gran bella storia e gran bella realtà… da approfondire… ma dopo questa spledida descrizione solo con il naso e la bocca.. insomma… ormai non rimane che berla!