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Benvenuto Brunello 2022 presenta in anteprima l’annata 2018, un’annata fresca e con qualche pioggia di troppo. La definiremo l’annata dei fiori, una sana ventata di leggerezza inebriante e profumata che mette da parte per un attimo i muscoli dei bodybuilder e lascia entrare in scena l’eleganza e la sinuosità dei ballerini. E che ballerini! La danza del Brunello di Montalcino 2018 è appena cominciata!

Ci sono prodotti della tradizione italiana universalmente noti che tutto il mondo apprezza e ci invidia. Nessuno si è mai posto la questione se potessero piacere o meno, si fanno così, da sempre, secondo tradizione e unicamente con l’obiettivo di restare autentici e autenticamente legati al territorio di provenienza. L’inimitabile Parmigiano Reggiano, l’autentico San Daniele, la mozzarella di bufala Campana hanno un solo obiettivo: l’eccellenza del prodotto. La ricetta è la stessa e ci si concentra sul fare le cose buone, sincere e inimitabili, perché le cose buone, queste cose buone piacciono sempre a tutti.

Ecco, dovremmo adottare la stessa filosofia, lo stesso approccio nella produzione di vino, in particolare dove il legame con il territorio di origine lo caratterizza talmente tanto da renderlo irripetibile e inimitabile, come nel caso di Montalcino. Montalcino ormai è un brand consolidato, e deviare da questo percorso significa tradire le proprie radici, le proprie tradizioni e in definitiva le aspettative del mondo. Che senso ha inseguire i gusti del mondo quando è qui da noi che si definiscono i gusti del mondo? Chi compra Montalcino deve trovare Montalcino e il Brunello di Montalcino deve restare fedele a sé stesso perché è questa la sua vera forza.

Alla prova dell’annata 2018, fresca e con qualche pioggia di troppo, chi si aspettava di trovare vini sottili e scarichi è rimasto decisamente deluso. È certamente l’annata dei fiori, una sana ventata di leggerezza inebriante e profumata che mette da parte per un attimo i muscoli dei bodybuilder e lascia entrare in scena l’eleganza e la sinuosità dei ballerini. Cresce la voglia di leggerezza con ogni calice; c’è ritmo, c’è tensione, c’è tanta freschezza e scorrevolezza. Prevale la forza dell’eleganza e la precisione nell’esecuzione, con vini già molto godibili ma che in futuro sono sicura regaleranno sorprese inaspettate.

Sdoganiamo il concetto che se l’annata non è da lungo invecchiamento il vino perde di pregio! E che questi vini non siano longevi è ancora tutto da dimostrare. Il vino è pregiato quando è buono e godibile. Per quanto ne so, io oggi ci sono, tra dieci anni chissà, per cui il vino non è che ho sempre tutta questa voglia di aspettarlo! Qui si beve bene da subito e questo a mio avviso è un gran pregio, e se poi finisce presto tanto di guadagnato! Lasciamo spazio alle annate future!

Cosa mi è piaciuto? Tanto ma non tutto. Non faccio mai le descrizioni organolettiche, di quelle è pieno il mondo e ci saranno penne molto più virtuose della mia ad assolvere a questo compito. Quelli che mi hanno appassionata di più però ve li lascio qui. Tra i miei preferiti ci saranno sempre gli stessi più o meno, ma che vi devo dire, li trovo sempre autentici, fedeli al territorio, e concepiti e lavorati per portare l’eccellenza nel calice, ognuno con il proprio carattere e il proprio stile.

  • Sanlorenzo – profondità ed eleganza per un Brunello che interpreta l’annata e il territorio senza deviazioni. Questa è la forza di Luciano Ciolfi che non si smentisce mai e firma un altro capolavoro. Irresistibile!
  • Pietroso – Prevalgono le note floreali, dallo stile inconfondibile, spicca per eleganza, complessità e una coerenza gusto-olfattiva da manuale
  • Castello Tricerchi – Elegante, dinamico e contemporaneo, con profumi di una precisione imbarazzante! Tommaso Squarcia è decisamente il cavaliere del nuovo millennio a Montalcino
  • Gorelli – Un Sangiovese didattico al naso, un Brunello rigoroso e di bella struttura da poter bere subito. Beppe Gorelli ne firma tanti a Montalcino, ma questo Brunello è il primo con il suo nome. Ottimo!
  • Franco Pacenti – In perfetto equilibrio tra tradizione e modernità, ampio ed elegante nei profumi e al sorso. Curiosa di riassaggiarlo in futuro. Il giovane Lorenzo Pacenti ha le idee molto chiare.
  • Terre Nere – I vini di Francesca Vallone le somigliano sempre di più. Sono autentici, intensi e con quel pizzico di imprevedibilità destinato a stupire in futuro. Arancia e cioccolata sono una delle mie combinazioni preferite
  • Ridolfi – Tanta finezza ed elegante piacevolezza, caratteristiche costanti nei vini di Gianni Maccari
  • San Guglielmo – New entry a Montalcino, esordisce col suo ettaro e mezzo con l’annata 2016. Ilaria Martini è qui per restare e farà parlare di sé, il suo Brunello 2018 non lascia dubbi!
  • Poggio Landi – Buono non lo conoscevo! Per colpa mia perché un Brunello così ghiotto sicuramente gode di fama conclamata. Rimedierò, sono sulla lista delle mie prossime visite in cantina  
  • Casanuova delle Cerbaie – Luce, vitalità e finezza danzano tra erbe aromatiche, agrumi e note floreale che tornano al sorso scorrevole e leggiadro

Promossa dunque a pieni voti l’annata 2018, un po’ disomogenea nell’interpretazione non certo nella qualità, e con alcuni campioni che varrebbe la pena di riassaggiare tra qualche tempo per consentire una ottimale integrazione del legno che comunque è sempre ben dosato, risulta già gradevole e non prevarica mai il sorso. Montalcino, in questa annata non semplicissima, ancora una volta consolida la sua posizione come DOCG d’eccellenza, la cui produzione si basa sulla capacità diffusa di saper fare bene al di là dello specifico terroir e orientamento stilistico di ogni singola Cantina. Unico dispiacere è che a questa edizione di Benvenuto Brunello siano mancate alcune Cantine d’eccellenza, e quelle presenti purtroppo lo erano solo sulla carta: le bottiglie al terzo giorno di anteprima già non c’erano più.

Tanti anche gli assaggi di Rosso di Montalcino; ne avevo alcuni sulla mia lista ma alla fine ne ho assaggiati molti di più perché mi sono davvero divertita! Per chi pensava che Red Montalcino fosse solo uno slogan, vi assicuro non lo è. Si è oggettivamente messo in moto un processo attorno a un nuovo concetto di vino che forse non è stato ancora abbracciato da tutti. Siamo tutti intrinsecamente resistenti al cambiamento, ma alla fine sarà quella la direzione da prendere, sulla spinta di chi ci ha creduto davvero e lavora secondo un orientamento ben preciso.

Vini snelli, dritti, dinamici e molto approcciabili senza per questo perdere minimamente le caratteristiche del Sangiovese né tanto meno la specificità del territorio. Ecco forse in questo senso si sta riuscendo a produrre un qualcosa che abbracci i gusti di una platea di estimatori più ampia, senza snaturare minimamente ciò che deve essere e che sarà sempre (speriamo) il vino di Montalcino.

Vi lascio qui i miei preferiti, ma vi assicuro potete scegliere le bottiglie ad occhi chiusi dato il livello altissimo e la briosa anima di questi vini. Finalmente il Rosso di Montalcino sta costruendo il proprio feudo personale libero dall’ombra del suo illustre fratello.

  • Albatreti 2020 – naso meraviglioso che descriverlo sarebbe superfluo e oltremodo oneroso! Resta saldo a centro bocca e si fa ricordare a lungo con una chiusura infinita
  • Sanlorenzo 2020 – degustato alla cieca poiché confuso con un’altra etichetta, ma la firma era davvero inequivocabile e ho rimesso nell’ordine corretto i calici. Naso espressivo, profondo e complesso con petali di rose e frutti delicati. Sorso agile, preciso, irresistibile a mostrare che si può essere importanti restando al contempo disinvolti e autentici
  • Castello Tricerchi 2021– Ritmo e brio in questo Rosso di Montalcino che si presenta come un Sangiovese didattico ma poi ti conduce altrove con una personalità tutta sua
  • Uccelliera 2021 – Naso delicato ed elegante per questo Rosso di Montalcino slanciato e freschissimo nonostante la complessità del sorso.
  • Talenti 2021 – Naso leggiadro e piacevolissimo, nel calice un bel Sangiovese dal sorso ampio e dinamico
  • Franco Pacenti 2020 – More di gelso, mirto, fiori di ciliegio e amarene per un naso davvero seducente. Fresco, agile, e scorrevole con carattere
  • Ridolfi 2020 – Naso fresco e speziato di frutti croccanti con un non so che di Borgogna. Sorso fresco, dinamico, e piacevolissimo
  • Casanova di Neri – Giovanni Neri 2021 – un Rosso di Montalcino stupefacente, indescrivibile, che strizza l’occhio alla Borgogna. Ogni volta mi lascia senza parole, di quelli che wow!

Da Benvenuto Brunello 2022 è tutto. Ora si va da uno dei grandi assenti, ma questa è un’altra storia. Vi lascio qui un indizio, restate sintonizzati!

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